Ai giovani raccontiamo i fatti ed indichiamo il percorso per capire!

 

Cari ragazzi,
il mio scritto intendeva essere una sollecitazione a tutti i giovani di Galatro di pretendere dai miei coevi impegnati nell’agone di questa campagna elettorale pronunciamenti chiari su che cosa pensano di fare delle terme e come pensano che debbano essere gestite negli anni che verranno.

La vostra replica è molto buona dal punto di vista formale. Mi pare sia stata materialmente stilata da un giovane bravo a scuola, uscito da un buon liceo, probabilmente classico. Se fossimo in un contesto scolastico valuterei questo scritto 9/10 per la forma. Non 10/10 perché al liceo non l’ho mai dato a nessuno.

Però chi vi ha fornito i contenuti, dal momento che avete parlato di cose avvenute quando non eravate ancora nati o eravate piccolissimi, vi ha ingannati e fuorviati. Vi ha fatto andare fuori tema per cui il contenuto lo valuterei 3, il voto più basso che mettevo a scuola.

Ci sarebbe da scrivere un libro sulle cose che avete introdotto (e non è detto che non lo scriva), ma ora mi propongo di essere stringato al massimo per darvi gli elementi di indagine e di riflessione.

Intanto una domanda: “ Perché avete taciuto sul quesito principale?”

Il focus del mio dire era e resta il CHE FARE DELLE TERME. Come rimediare agli errori ed agli orrori dei passati amministratori, perché non è chiaro se quelli che le hanno svendute (e sono tra voi ….. molto attivi!) si siano veramente pentiti del misfatto, se hanno maturato la piena consapevolezza della cazzata atomica che hanno fatto. Ve lo dicano, ce lo dicano, parlino! Informino il popolo, visto che non ci sono più i partiti dove una volta si discuteva e si facevano le scelte politiche.

Solo su questo aspetto una risposta.

Per il resto non voglio alimentare polemiche, perché essendoci in ballo una grossa partita la situazione potrebbe sfuggire di mano ai protagonisti e degenerare. In passato è successo, domandate a Mimmo Casa.

L’argomento delle cene è un qualcosa di quasi frivolo al confronto. Premesso che quello che ho detto mi è stato raccontato da uno dei commensali, se non risulta al vero non ho difficoltà a chiedere scusa, come nel mio costume. Se fosse vero, sarebbe grave. Ai miei tempi si facevano le nottate a pane e politica, senza stocco e senza porchetta, non ne avevamo il tempo. Dovevamo discutere su come cambiare il mondo, cominciando da Galatro!

Cari ragazzi, vi hanno mentito quando vi hanno detto che il sindaco Galluzzo è ricordato come il sindaco dei “licenziamenti”. Provate a verificare domandando ai vostri papà ed ai vostri nonni che cosa ricordano dell’amministrazione Galluzzo e di Franco Galluzzo.

Vi risponderanno, ne sono certo, che faceva lavorare tutti, dando la precedenza a chi non aveva mai lavorato, che è stato riempito di denunce senza subire una censura o una condanna, che ha fatto cose mai sentite prima vincendo tutte le vertenze a tutti i livelli. Che ha sempre difeso il popolo minuto contro i signorini, i signorotti ed i boiardi degli uffici, che facevano discriminazione sociale anche per un servizio elementarissimo. Come Sindaco ha fatto amministrazione di altissimo profilo. Il prof Domenico Distilo, se trovasse finalmente un minimo di equilibrio, vi potrebbe dire come e quando. Ne sarebbe più che capace.

La mia amministrazione ha realizzato, in 5 anni, 20 miliardi di lire di investimenti e altri 20 di progettazione. 20 miliardi, rivalutati e convertiti in euro secondo gli indici ISTAT, oggi sarebbero 25 milioni di euro: scusate se poco.

Sull’ “affaire” dei “licenziamenti” spendo solamente poche parole, sperando di farvi capire una vicenda complessa, su cui c’è stata una forsennata speculazione dei miei avversari interni ed esterni.

Si trattava di due signore che erano tenute in servizio al Comune da circa 10 anni, su posti NON PREVISTI DALLA PIANTA ORGANICA, con rapporto di lavoro a tempo determinato, con delibera rinnovata ogni tre mesi.

Quindi in una situazione di palese illegittimità, che comportava responsabilità contabile. Nel clima infuocato della rivoluzione del 1985, in un ambiente saturo di voglia di rivalsa, con il popolo che reclamava soddisfazione rispetto ai torti – veri o presunti – subiti, si è deciso all’unisono di non rinnovare gli incarichi. Lo hanno deliberato i gruppi consiliari e le assemblee dei partiti socialista, comunista e degli indipendenti. In comune abbiamo fatto una riunione di preconsiglio durata fino alle 3 del mattino.

Nel registro della mia memoria non risulta alcun dissenso; solo un socialista, non essendo d’accordo, scelse di non partecipare all’assemblea …… temeva la lapidazione! Questa scelta era sollecitata anche dal segretario della DC, il partito di Marazzita.

Oggi, con il senno del poi, dico: “ meno male che le cose sono andate così!” Diversamente la Corte dei Conti mi avrebbe chiamato a saldare il debito. Questo fatevelo spiegare dall’ex sindaco Cuppari, che di questo argomento è diventato, purtroppo per lui e per i suoi figli, un grande esperto.

Per quanto riguarda la verità storica sull’argomento, chi di voi fosse animato dalla sana voglia di capire l’aspetto giuridico amministrativo, anche dopo le elezioni, può parlarne con me.

Chi invece volesse sapere di chi è stata la “colpa”, può porre la domanda alle seguenti persone informate sulla vicenda ed, oggi, al di sopra delle parti : Nino Sergio-vicesindaco, Ciccio Sigillò-assessore, Ubaldo Cordiano-consigliere, Carmelo Spanò-assessore, Michele Cuppari-assessore, Gaudioso Lamanna (papà di Andrea) consigliere, Ciccio Chindamo, il perito agrario, consigliere, Antonio Minniti, consigliere, Mariuccia Casa e Domenico Distilo, consiglieri di minoranza. Questi ultimi, anche per queste vicende, sono diventati sostenitori della maggioranza.

Potreste chiedere anche ai due giornalisti, Umberto Distilo e Carmelo Raschellà, l’uno favorevole e l’altro contrario all’amministrazione, che mi dedicavano un articolo al giorno sul Provinciale, sulla Gazzetta del Sud e su OggiSud.

Certo è triste parlare delle meschinità intrecciate con questa vicenda a distanza di 30 anni. Ma visto che ci siamo con la storia, fatevi spiegare dai miei coevi come mai il sindaco Marazzita nell’’85 ha subito la sua clamorosa disfatta politica dopo 25 anni di governo, quando era al massimo del suo potere, dell’efficienza amministrativa e della sua gloria politica.

Aveva realizzato, con coraggio e lungimiranza, il grande sogno di riportare le Terme, dopo circa 60 anni, nella disponibilità del comune sottraendole ai privati. Una sua grande invenzione della quale solo lui porta il merito. Ha riattivato in tempo record dopo circa 7 anni di abbandono le vecchie Terme e nell’85 erano iniziati i lavori per la costruzione del nuovo stabilimento termale. Quindi un bilancio di attività amministrativa formidabile e straordinario. Ma allora perché è stato sconfitto?

Questa non è una domanda frivola o cattiva perché coinvolge qualcuno di GalatroViva. E’ un problema focale perché è uno di quei fatti che oggettivamente ha cambiato la storia del paese. Lo si deve riconoscere a prescindere dalla posizione politica.

Secondo l’analisi prevalente di chi ha vissuto quegli anni belli e terribili, che io condivido solo in parte, la disfatta è stata determinata dalla cattiva gestione da parte del Sindaco Marazzita delle assunzioni, in ruolo, al comune di ben 9 unità lavorative, senza concorso, nell’ultimo anno del suo mandato.

E’ successo, infatti, che Bruno Marazzita, che oggi, sottraendo la tara, non esito a giudicare complessivamente un sindaco più che positivo, pur essendo un gran volpone della politica, in quest’occasione non è riuscito a quadrare il cerchio ed ha ceduto alle ingorde pretese di alcune famiglie politicamente molto vicine a lui.

Da questa tombola dei posti è venuto fuori che alcune famiglie hanno fatto ambo, una addirittura ha fatto quaterna e sperava nella cinquina.

Questo ha fatto imbufalire il popolo, che gli ha girato le spalle!

Se volete sapere i particolari sui privilegiati della tombola dei posti e sugli esclusi chiedete ai miei coevi, ai vostri papà, ai vostri nonni. Resterete a bocca aperta per le sorprese! Esclamerete “Ma daveru?”

Chiedete alla mamma di Tania Pettinato, orfana per causa di servizio e fregata dagli invalidi civili inventati a tavolino.

Carissimi giovani, prima di concludere facciamo una risata sulla querelle se il prof Galluzzo è vecchio o è anziano.

Io, in verità, da prof agli studenti e da preside ai docenti ed ai genitori, solevo dire che quando ero giovane mi comportavo da vecchio perché ero troppo serio, troppo responsabile, troppo posato. Diventato vecchio/anziano o quasi, mi sentivo giovane perché qualche sproposito lo facevo.

Oggi che sono stato collocato in pensione d’ufficio per avere superato i limiti contributivi, faccio tesoro, prendendolo alla lettera, del pensiero di M. T. Cicerone, il quale nel trattato sulla vecchiaia scriveva: “Manent ingenia senibus, modo permaneant studium et industria……” . Tradotto liberamente vuol dire che se uno mantiene attivi il fisico e la mente è sempre giovane, nonostante qualche acciacco!

Quasi tutti i giorni mi capita di pensare “Ma come, non ho niente da fare ed il tempo non mi basta mai!”

Credo che sappiate che per restare attivo scrivo qualche libro. Essendo appassionato di musica etnica, ho supportato culturalmente i Karadros dandogli consigli e suggerimenti. Il loro pezzo migliore “La nostra storia” è nato dalla collaborazione tra me e Carlo Ardizzone. A proposito speriamo che il gruppo non finisca come tutte le cose buone di questo nostro bel paese, che gli altri ci invidiano e che noi riusciamo a rovinare con l’invidia tra noi. Faccio sport in bici ed in palestra. Coltivo il mio hobby del legno dove divento sempre più bravo …… chiedete a mio figlio Sasha, vostro coetaneo, di farvi vedere cosa gli ho fatto, con le mie mani, per il suo appartamentino di Milano.

Tra i miei coevi c’è qualcuno che invece giovane non lo è mai stato perché non ha saputo mai né giocare né sognare. Uno ha saputo solo sognare per poi cadere …. “all’apparir del vero”, come la Silvia leopardiana.

Da giovane io non amavo la vita spericolata come Vasco ma quella intensa, si.

Franco Galluzzo giovanissimo lo potete conoscere dal libro “Un paese nel pallone”.

Quello giovane lo potete desumere dalle foto postate in calce a questo articolo riferite ad eventi determinati da lui con il conforto di due grandi ed affascinanti vecchi, mastro Nicola Mancuso e Nicola Franzè, e supportato da un gruppo di giovani, a cui ha dato un ruolo ed un indirizzo politico.

Portandoli per mano ho dato a tutti loro visibilità perché ero un leader generoso….. ma sul più bello qualcuno mi è sfuggito, ha fatto come Pinocchio quando si è fatto ammaliare da Lucignolo o se volete come Bruto con Cesare, “Quoque tu , Brute, fili mi!”

Mi pare, questa, una vita non banale.

Termino invitandovi a porvi mille domande, a coltivare dentro di voi quel virus di nome “perché”, a sottoporre tutto a continue verifiche, a non cedere ai facili entusiasmi dei giovani, a fare tesoro dei consigli dei vostri cari che vi vogliono certamente bene.

Io quando penso al colloquio avuto, appena resa pubblica la mia candidatura nell’85, con un contadino quasi novantenne, analfabeta totale, mi si alza ancora oggi il “malopelo”. Mi aveva previsto tutto, la vittoria ma anche i tradimenti con nomi, cognomi ed i perché!

Un’ultima raccomandazione. Imponete ai vostri “maggiori” l’unità di intenti sulle Terme con tutti i galatresi. Sarebbe tutto più facile. Sbattete la porta in faccia a chi inserisce dei dubbi, dei distinguo con i se, i ma, i si ma, forse. Diffidate dei sepolcri imbiancati.

Cordialmente. Franco Galluzzo

 

Settembre 1974- Manifestazione a Galatro per la Diga

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Agosto 1976 -Allestimento palco per la festa organizzata dalla “LEGA PER L’OCCUPAZIONE”: Organizzazione fondata dal prof Galluzzo per accogliere i compagni di strada e che fu copiata da tanti paesi della Piana e della Provincia.

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30 ottobre 1978- I giovani di Galatro manifestano a Roma per la DIGA

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1° Maggio 1985 – Corteo

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1° Maggio 1985 – Comizio in piazza Matteotti.

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13 maggio 1985 – Manifestazione spontanea dopo lo spoglio elettorale

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19 Maggio 1985- Manifestazione ringraziamento vittoria TROMBA

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3 Maggio 1990- Funerali con rito civile di mastro Nicola Mancuso.

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