Il padrone del pallone

 

Sabato scorso, subito dopo aver letto l’articolo dal titolo “Terme: il vecchio e il nuovo” pubblicato da Domenico Distilo su Galatro Terme News, ho inviato alla testata online una nota con cui intendevo rettificare alcune inesattezze che erano state scritte a proposito del mio ruolo nella procedura di affidamento ai privati delle Terme.

Trattandosi di un argomento quanto mai attuale, su cui in questi giorni si registra un intenso dibattito, immaginavo che la pubblicazione del testo da me trasmesso sarebbe stata tempestiva.

Invece, niente.

È trascorsa tutta la domenica, ma la redazione di Galatro Terme News, pur dando il doveroso spazio al 6° scudetto consecutivo della Juve, non ha ritenuto di ospitare il mio punto di vista su vicende rispetto alle quali sono stato personalmente tirato in ballo dal loro editore.

E allora mi è tornato in mente quello che spesso accadeva quando, da piccolo, giocavo a calcio in piazza: il bambino proprietario del pallone, se la partita stava andando male per la sua squadra, interrompeva il gioco, si riprendeva la palla e tornava a casa.

Ecco, in questo caso mi sembra sia accaduto qualcosa di simile: Domenico Distilo è il proprietario di Galatro Terme News e probabilmente non ha gradito quello che ho scritto, tanto da decidere di non pubblicarlo. Nessuno glielo impedisce. Ma almeno smetta di farci le sue lezioncine moralistiche, visto che, in fondo, per lui la libertà di manifestazione del pensiero è sacra ed inviolabile… se gli fa comodo.

Dal canto mio, lo spazio per far conoscere il mio punto di vista lo trovo ugualmente.

Ecco, in ogni caso, cosa avevo scritto.

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 Ho letto con attenzione la ricostruzione “storica” delle concitate vicende che condussero alla privatizzazione delle Terme, che Domenico Distilo ha voluto offrire ai lettori di Galatro Terme News in contrapposizione a quella che, a suo dire, starebbero diffondendo i “fans” della Tromba (che ultimamente non godono delle sue simpatie, a differenza di quando militava – col rango di Assessore alle Terme – nell’Amministrazione Cuppari).

Ebbene, ferma restando l’esattezza delle premesse (nuova struttura incompleta, vecchio stabilimento fatiscente), il resto della sua narrazione mi sembra più orientato ad una consolatoria autoassoluzione che a una oggettiva descrizione dei fatti che portarono all’affidamento della gestione al duo Sayonara-Smedile.

Infatti, come ho già avuto modo di puntualizzare in un mio vecchio intervento su questo stesso organo di informazione, l’affidamento mediante trattativa privata è avvenuto a condizioni molto più sfavorevoli per l’ente rispetto a quelle che, in qualità di capogruppo della minoranza (dopo aver fatto ritirare – dietro minaccia di denuncia alla Procura della Repubblica – il primo testo proposto dalla maggioranza, in cui non era stata prevista alcuna garanzia per il Comune), avevo preteso fossero inserite nel bando di gara ad evidenza pubblica.

E che tale affidamento sia avvenuto con modalità poco chiare (ricordo che si parlò addirittura di una seconda offerta pervenuta al Comune ma “stranamente” non presa in esame) non lo dico io ma è scritto nero su bianco in un provvedimento della Procura della Repubblica di Palmi, che indagò sulla vicenda a seguito dei numerosi esposti presentati dall’ex Sindaco Bruno Marazzita.

Quanto poi al disciplinare allegato al bando (diverso da quello successivamente utilizzato in sede di tratttativa privata) ricordo a Domenico che quasi tutte le modifiche da me proposte vennero cestinate con la motivazione che erano troppo sfavorevoli per il gestore privato e quindi avrebbero avuto un effetto dissuasivo nei confronti di eventuali aziende interessate a partecipare alla gara.

Chiarito, dunque, che la minoranza dell’epoca nulla ha a che spartire con l’affidamento a trattativa privata deciso – alle condizioni imposte dagli offerenti – dall’amministrazione in cui Domenico ricopriva un ruolo chiave, per onestà intellettuale non posso negare che i primi anni di gestione della Terme Service avevano indotto molti, me compreso, a credere che la scelta fosse stata tutto sommato positiva.

Difatti, buona parte delle opere di completamento previste a scomputo del canone erano state realizzate e la struttura risultava ben avviata.

Purtoppo, come tutti ormai riconoscono, tali aspettative sono andate deluse.

A partire dal 2006, infatti, la società concessionaria è entrata in una fase di crisi gestionale che ha, dapprima, visto uno dei soci uscire di scena a causa di un fallimento e, poi, dal 2011, ha registrato l’ingresso di un nuovo socio che, di fatto, ha preso le redini del comando della Terme Service esautorando il precedente amministratore (che, pur essendo ancora proprietario del 50% della società, nessuno ha più visto a Galatro), con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti.

In conclusione, caro Domenico, è vero che nel 2000/2001 c’erano poche alternative all’affidamento delle terme ai privati ma, fattelo dire da chi ha vissuto i fatti da una visuale privilegiata, quella trattativa privata grida ancora vendetta.

Pasquale Simari.